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Per chi preferisce leggermi in inglese - un piccolo assaggio

SILENCE: The Story of an Anti-Mafia Cop

Senza soddi non si canta missa*

(Without money Mass won’t be sung)

or

Money talks

* Translator’s note: This inscription, as well as much of the dialogue in these chapters, is in the Sicilian dialect.

Prologue

There are no more killings in Sicily, and this is the most serious sign, the gauge by which we know that things are going well for the Mafia. There are no killings, and everyone thinks that after some outstanding arrests the Mafia has been defeated. But here even children know that when there’s too much silence it’s because business is thriving.

By now the crews have learned their lesson, they know that your best friend can become your executioner and so they’ve changed their strategy. They work in watertight compartments: if someone “repents” and turns state’s evidence, he can get five people arrested, not a hundred like at one time. It’s a reticular, post-hierarchic model.

Tranquilli, non accadrà nulla.

Ucciso a Palermo il Boss Calascibetta, implicato nella strage di via d'Amelio.

Il mio primo pensiero è stato identico a quello che ha un delinquente quando uccidono un appartenente alle forze dell'ordine, ovvero: bene, uno di meno.

Questa uccisione può avere molteplici significati. Forse l'uomo si voleva pentire? Forse vecchi dissapori? Forse nuove alleanze o rotture? Forse un segnale di supremazia territoriale? Ci sono tanti forse quando viene uccisa una persona, ancor più se è un malacarne. Se conosco un po’ il pensiero "mafioso”, una cosa è certa. Tranne qualche altro morto, così detto di "assestamento”, questa morte non rappresenterà l'inizio di una nuova guerra di mafia. Sarebbero dei pazzi a rimettersi in mostra dopo tanto lavoro fatto per inabissarsi completamente legandosi alla politica ed all'economia apparentemente legale, che da anni ha ormai ha preso le redini del nostro paese. Oggi se vuoi cercare un mafioso non devi andare nei quartieri "ghetto" di Palermo, Catania, Napoli, Bari o Reggio Calabria, devi andare a spulciare nelle carte della Camera di Commercio, dei Notai, dei Commercialisti, delle Banche.

Incazzato anche se non volessi

Ciao a tutti. Oggi volevo cominciare la giornata con un bel sorriso alla vita. Ci stavo riuscendo bene fino a quando non ho avuto la cattiva idea di guardare il telegiornale e la rassegna stampa. Sesso e appalti diceva un titolo. Ecco, giornata rovinata. Rovinata perché purtroppo quelle cose le conosco bene. Voglio dire che nel capitolo IL MOSTRO E LA CANTANTE del mio libro" Nelle mani di nessuno" descrivo tutte le porcate di cui si parla oggi. Era così già da allora e parlo del 1994. Sesso, raccomandazioni e spartizione dell'Italia. Tutti i pusillanimi che volevano diventare responsabili di associazioni governative o volevano ricoprire posti pubblici di vertice ci sono riusciti. E ancora oggi quando la gente li vede li saluta con reverenza, qualcuno si mette sugli attenti e batte i tacchi, altri vengono chiamati "eccellenza" "onorevole" ed altro ancora. Ancora oggi mi chiedo come mai le fughe di notizie sono state relativamente poche rispetto alla portata dei gravissimi fatti intercettati, fatti che potevano creare scandali del tutto uguali a quelli di oggi. Sarebbe bello che qualche Magistrato decidesse di riascoltare quelle intercettazioni. Certo, volendo potevano fare già molto male anche allora. In parte si è fatto male ma si poteva fare di più, soprattutto evitare che i raccomandati andassero a ricoprire gli incarichi che chiedevano di avere e che poi hanno avuto. Che schifo, che ribrezzo, piagnucolando al telefono senza dignità, quella che la loro posizione sociale e la loro età avrebbe dovuto dare. Concludevano la telefonata con " quando la chiamo per sapere"? "Non si dimentichi di me la prego"? Maledetti, si sono spartiti e mangiata la nostra povera Italia.

La lettera di Teresa Zammuto a Gianni Palagonia, una studentessa di Arezzo

Cari amici, vi pubblico di seguito la bellissima lettera che mi ha inviato una studentessa dell'istituto F. Redi di Arezzo, a seguito del mio intervento telefonico, richiesto nel corso dell'assemblea d'istituto del 7 maggio 2011.

http://www.facebook.com/event.php?eid=210769908943460

"Caro Gianni,

spero di fare cosa gradita con questa mail e che tu possa scusare la confidenza, probabilmente fuori luogo dato che non ci siamo mai visti. Ero all'assemblea di istituto al liceo di Arezzo stamattina, e ho realmente apprezzato il collegamento telefonico. Ho apprezzato l'impegno che si vedeva nelle tuo parole, la considerazione che hai avuto e dimostrato di noi giovani, la passione e la sincerità della tua persona che traspariva anche attraverso dei telefonini. Mi ha molto colpito la maniera tutta umana di trattare certi argomenti, che altri avrebbero potuto affrontare raccontando eventi o con termini molto lontani dalla nostra sensibilità. invece sei arrivato a toccare le corde più semplici della nostra persona, quelle che al di là delle conoscenze specifiche sugli argomenti abbiamo tutti, che ci coinvolgono e ci affascinano per la loro complessità, che mi fanno amare l'uomo e mi fanno rimanere stupita della sua ricchezza interiore, che mi fanno distrarre e sollevare dalle disgrazie che è capace di compiere. Comprendendo alcuni meccanismi essenziali e quei valori fondamentali non si trovano soluzioni specifiche o regole di vita ideali, ma inconsapevolmente diventiamo uomini e donne di valore, che hanno come parte integrante di sè certi principi e che quindi non devono seguire regole morali esterne a loro ma le trovano dentro di sè, e questa è una potenzialità per me straordinaria. La mafia è un tema di cui si parla poco, e quando se ne parla si sa poco bene cosa si dice. Si pensa sempre che sia un problema di altri, estraneo alla nostra realtà: un po' perchè ce lo fanno credere e un po' (me per prima) perchè non abbiamo interesse a informarci. Occasioni come questa mattinata, con la tua testimonianza e quella di un rappresentante di Libera, risvegliano in me e penso in altri il pensiero che questo tema non è cosi lontano, è un fatto tutto umano, che coinvolge in altre città ragazzi come me, vittime di queste realtà. E di sicuro parole come le tue lasciano un segno dentro chi le ascolta, anche in chi non conosce la tua vita o le tue vicende, poichè sono parole cosi universali che vanno al di là delle questioni specifiche ma vanno a toccare semplicemente il nostro essere uomini. Era moltissimo tempo che non sentivo discorsi come quelli di stamani, per la determinazione e la convinzione, è raro trovare una persona che abbia reale passione e convinzione in quello che fa. Tutti diciamo "bisogna avere passione per ciò che si fa", ed elenchiamo una serie di valori che dovremmo avere, ma è difficile provarlo. non bisogna abituarsi a ciò che ci accade intorno, ai fenomeni sociali e di altro tipo, ed è ciò che ho letto nelle tue parole! grazie infinite, se vuoi e hai tempo avrei piacere a leggere una tua risposta!"

Il primo racconto di Palagonia

Le grida della lite tra l’Ispettore e il Dirigente si sentivano fino al corridoio. Alla Squadra Mobile, le porte, nonostante la riservatezza che tutti volevamo tenere, erano sempre state un motivo di lamento e chiacchiericcio poiché nessuno si decideva a farle sistemare; erano sbieche, vecchie e rigonfie nella parte inferiore per l’umidità. A causa di questi motivi non potevamo mai chiuderle del tutto e l’ampio spiraglio che rimaneva ci costringeva a parlare sempre a bassa voce, soprattutto quando si trattavano argomenti di lavoro particolarmente delicati.

Anche quella del Dirigente era rotta come le altre, ma quella sera anche se ci fosse stata una porta insonorizzata quelle grida sarebbero ugualmente giunte nei corridoi.

Il motivo della lite la conoscevamo tutti: Peppino, che era un nostro Ispettore, si lamentava del fatto che in un mese alla Sezione Catturandi avevamo fatto quasi 15 notti al lavoro e il Dirigente non era mai contento e soddisfatto degli arresti fatti, ne voleva sempre di più, aveva sempre da lamentarsi lui. Abbiamo anche una famiglia, ripeteva invano Peppino, una vita privata, gli uomini sono stanchi Dottore… Quelle liti erano diventate routine, sempre le solite storie e poi tutti a lavorare come animali. Voci, parole, minacce e poi? Tutto come prima. Peppino alle 21.30 circa riappare e percorre con calma il lungo corridoio che divide la stanza del Dirigente dalla nostra Sezione; tiene la testa bassa e si asciuga frettolosamente con un  fazzoletto le labbra. Ci osserva per un attimo e poi senza mezze misure e con uno strano movimento della mano dice: potete andare tutti a casa ci rivediamo in Ufficio questa notte alle 2 per andare a catturare quel latitante.

Intervista esclusiva di Gianni Palagonia per il Blog L'Orlandino di Arezzo

LUNEDI 14 FEBBRAIO 2011

INTERVISTA ESCLUSIVA a Gianni Palagonia, nome falso di un poliziotto antimafia vero: "La malavita organizzata ad Arezzo è una realtà" E lancia un appello ai giovani: "Almeno voi, iniziate a reagire"

http://lorlandino.blogspot.com/2011/02/intervista-esclusiva-gianni-palagonia.html

Intervista esclusiva a Gianni Palagonia, nome falso di un poliziotto antimafia vero. Nel 2008 è uscito un suo libro "Nelle Mani di Nessuno", dove parlava della lotta alla mafia in una città del nord del nostro paese. Alcune settimana fa, al Tg3 ha rivelato di quale città stesse parlando: Arezzo. Da lì, nessuno (o quasi!) ha riportato la notizia! Di seguito le risposte alle domande che gli ho rivolto, le domande di un'intervista inconsueta, fatte ad una persone, uno 'sbirro' sotto copertura, che non può rivelare la propria identità. Ricevo e pubblico testualmente le sue risposte:

LIBRI DI GIANNI PALAGONIA

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  • 12.04.2020 16:25
    berlusconi feccia eterna come chi lo tutela (renzi e grillo) berlusconi feccia eterna come chi lo ...

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  • 18.11.2016 18:53
    Il mafioso é semplicemente un lurido delinquente che a causa di uno Stato protettore ed anch'esso ...

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