«In Sicilia non si ammazza più, e questa è la cosa più grave, il termometro per capire che le cose per la mafia vanno bene. Non si uccide, e tutti pensano che dopo qualche arresto eccellente la mafia sia stata sconfitta. Ma qui lo sanno anche i bambini che quando c'è troppo silenzio è perché gli affari tirano.
Ormai le bande hanno imparato la lezione, sanno che il migliore amico può diventare il tuo carnefice e hanno cambiato strategia. Lavorano a compartimenti stagni: se uno si pente può fare arrestare cinque persone, non più cento come prima. Ci vorranno anni prima di capire che sta accadendo, cosa fa la nuova mafia.
Le loro parole d’ordine oggi sono riciclaggio, investimenti, negozi, alberghi. E poi la borsa, i grandi appalti, e soprattutto la politica. Prestanome, teste di legno, la verità è che con la mafia si vive tutti i giorni. Può essere il ragazzo secco secco che ti pianta la pistola in faccia, ma più spesso è uno con la pancia e la testa pelata, la cravatta, e nella giacca solo la penna per firmare assegni e atti notarili.
Io su questo avrei una storia da raccontare. Ho quasi quarant’anni, sono un poliziotto, ma questa non è una biografia. Solo un pezzo di Sicilia, e di me, e di tutti noi. Sono un poliziotto. Non proprio uno dei tanti: uno scomodo, così dicono...»
Collana Pocket | Serie Bestseller | Sotto Serie Varia
Rilegatura brossura con alette | Formato 12.5x19 cm | Pagine 352
Data di pubblicazione marzo 2009
ISBN 978-88-566-0388-0
La verità uccide.
Perché le parole sono armi, si sa, e possono uccidere o, piuttosto, condannare a morte.
http://donneindivenire.blogspot.it/2014/09/a-gianni-palagonia-per-ringraziarlo.html